
di Lucia Cattani
Niente è infatti contrario all’ombra,
e precisamente né la tenebra, né la luce.
(Giordano Bruno)
Storie di ombre antropomorfe, nascoste da un gelido velo che impedisce alla luce di filtrare, hanno accolto il pubblico in sala. Le vicende mostrate da ogni figura celata sono drammi della solitudine e dell’emarginazione, malinconiche realtà di qualcuno che non riesce a creare un ponte con la vita, nonostante il desiderio, soffocato da dinamiche inumane eppure così quotidiane. Un atipico clown, una donna che danza solo quando è sola, una ragazza che continua a scrivere compulsivamente a qualcuno che forse è solo una proiezione di sé, un uomo privato dell’amore, un bambino con un pennello che non sa usare, sono solo alcuni dei personaggi che prendono parte alla vicenda: chiamati Palotini, in contrapposizione alla valorosa e comune visione che si ha dei Paladini medievali, sono preda della loro scarsa autostima, di una mediocrità condivisa che li tiene soggiogati in un’accettazione assuefatta, come lobotomizzati, alla misteriosa figura di Padre Ubu, ispirato al protagonista di “Ubu Re” di Alfred Jarry, anticipazione del movimento surrealista e del teatro dell’assurdo. Continua a leggere →