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Aldo Rossi, architettura Macerata, architettura sostenibile, Marc Augè, Michele Schiavoni, non luoghi, non luoghi di Marc Augé
di Michele Schiavoni
Nel 1966, un libro scritto da un architetto milanese, Aldo Rossi, cambiò completamente il modo di vedere ed analizzare la città. Quest’opera, L’architettura della città, avrà un seguito talmente ampio da dar vita ad un movimento chiamato Tendenza, che dominerà il dibattito internazionale degli anni ’70, rendendo Aldo Rossi per oltre un decennio l’architetto più studiato e discusso al mondo.
Rossi ebbe la capacità di ribaltare le teorie riguardanti lo studio e l’analisi della città, elaborate negli anni ’20 dai maestri del Movimento Moderno. Esse, basilari tra le due guerre e durante la ricostruzione, apparivano oramai ai più giovani come dogmi, di obbligatoria osservanza, in una realtà -siamo alla fine degli anni ’60- in forte mutamento. Le nozioni utilizzate dal maestro milanese, in L’architettura della città, quali “Persistenza”, “Strada”, “Locus”, “Monumento” divennero in tutto il mondo di dominio comune.
Sulle ultime due occorre fare delle riflessioni. Continua a leggere