
di Giulia Boschi
La parola Storia, deriva dal termine greco Historìa, ossia ricerca, ed è facendosi forza di tale definizione, che ancora oggi gli studiosi si dedicano allo studio della storia dell’uomo.
Tra le tante teorie che si sviluppano attraverso le ricerche di numerosi studiosi, ce ne è una che, se vera, scuoterebbe le basi della storia medievale europea.
Sostenitore di una tale teoria rivoluzionaria è il Professore Giovanni Carnevale, un salesiano d’origini molisane, insegnante di Latino, Greco, Storia dell’Arte, ed esperto d’archeologia, il quale attraverso studi e ricerche ventennali afferma che la città di Aquisgrana, sede della corte di Carlo Magno, Re dei Franchi e dei Longobardi e imperatore del Sacro Romano Impero, non corrisponda alla città tedesca di Aachen, ma fosse in realtà situata nel Piceno, in Val di Chienti.
Secondo il Professor Carnevale, tre sarebbero i punti erronei della storiografia medievale, oggi conosciuta e accettata dalla comunità storica, ossia che all’epoca fossero esistite una sola Aquisgrana, l’odierna Aachen appunto, una sola Francia e una sola Roma.
La tesi del Professore sostiene invece che nel Medioevo siano esistite due successive Aquisgrana, una prima in Italia, nel Piceno in Val di Chienti, ad Aquas grani appunto, una seconda su suolo germanico, ad Aachen. La prima fu fondata da Carlo Magno, la seconda fu fondata da Federico Barbarossa nel XII secolo, dopo la Translatio Imperii dall’Italia alla Germania.
Dopo l’Ottocento Carlo Magno fondò in Val di Chienti, a circa 10 km dalla Aquisgrana picena, una Nuova Roma, sede del rinato Impero Romano d’Occidente, da contrapporre a Bisanzio, nuova Roma d’Oriente. La storiografia non si è mai occupata dell’esistenza di questa “Nuova Roma”, perché l’ha confusa con la Roma dei Papi.
Successivamente Roma in Val di Chienti fu distrutta nel corso per la lotta per le investiture da Roberto il Guiscardo, il 29 maggio 1084. Quando infine Parigi sostituì l’Aquisgrana picena come sede dello Stato dei Franchi, verso il Mille, anche la Gallia perse il suo antico nome romano e divenne Francia.
Ulteriore punto a rafforzamento di tale teoria è la tesi secondo cui la Cappella Palatina, nucleo più antico della Cattedrale di Aquisgrana, fatta costruire da Carlo Magno tra il 786 e l’804, come cappella privata del suo palazzo annesso, non sia in realtà quella che si trova ad Aachen, ma vada riconosciuta nella Chiesa di San Claudio al Chienti.
Tale chiesa infatti risulta essere molto più simile della Cappella di Aachen, al modello del Frigidarium del Palazzo Omayade di Khirbet al Mafjar, presso Gerico che, dai documenti storici dell’epoca, risulta essere stato il modello architettonico voluto da Carlo Magno per la costruzione della Cappella d’Aquisgrana.
Le sue ricerche esposte lo scorso giovedì 19 settembre all’Auditorium Don Bosco di Macerata, all’interno della serie d’incontri organizzata dall’Adam, Accademia delle Arti di Macerata, per il Festival dell’Ospitalità, già in programma dal 6 al 29 settembre, sono raccolte all’interno dell’opera “L’Europa di Carlo Magno nacque in Val di Chienti”, ultimo lavoro che il Professor Carnevale ha realizzato insieme a Giovanni Scocciante e Marco Graziosi.
Per tutti gli appassionati di Storia Medievale è inoltre prevista una presentazione ufficiale del libro, il prossimo 29 settembre a Morrovalle, in cui il Professor esporrà la sue ultime ricerche inerenti non solo alla reale sepoltura di Carlo Magno e alla sua collocazione, ma anche a Pipino il Breve e sua moglie.
Tutte prove che, se riconosciute, portano a rafforzare ancora di più la tesi di un’Italia culla non solo della civiltà romana e rinascimentale, ma anche medievale.