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di Ilaria Piampiani
“Come molti altri americani della mia generazione, ho letto Giulio Cesare alle scuole medie, quando avevo circa docici anni. È stata la prima opera teatrale di Shakespeare che abbia mai letto e, sebbene poco dopo abbia affrontato da solo Macbeth e nei due anni successivi mi sia avvicinato al resto della produzione shakesperiana, ogni volta che torno a Giulio Cesare, il testo mi sembra circondato da una strana aura. A quei tempi, era una delle opere più lette a scuola perché è così ben strutturata, così apparentemente immediata e così semplice. Più la rileggo, la insegno o la vedo recitare, più mi appare tuttavia sottile e ambigua, non sul piano dell’intreccio ma su quello del personaggio.”
Le parole sono del celebre critico letterario americano Harold Bloom, conclamato studioso dell’opera omnia di uno dei geni assoluti, inestimabili e senza tempo della letteratura occidentale nonché mondiale, William Shakespeare. Continua a leggere