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Antonio Gramsci, biblioteca filelfica, Eleonora Tamburrini, Ev casa editrice, Giulia Schucht, La vita privata di Giulia Schucht, Loredana Lipperini, Lucia Tancredi, Macerata, Premio Scrivere per amore, Tamburrini Eleonora, tolentino
di Eleonora Tamburrini
Quando inizio a leggere questo libro, il nome di Giulia Schucht mi risuona in mente diminuito e trasfigurato. È lei quella Julca di certe lettere dal carcere di Antonio Gramsci apparse nella celebre edizione Einaudi, lei la moglie di un uomo non comune, piuttosto un’icona politica, filosofica, letteraria; eppure la Storia ce la riconsegna figura impalpabile, quasi onirica, la donna distante e ondivaga all’orizzonte del marito lontano martire del regime fascista. Lo stesso Gramsci le scrive spesso con un imperscrutabile affetto trattenuto, e nell’intreccio delle biografie emergono accanto a lei, quasi oscurandola, le sorelle Eugenia e Tatiana Schucht, quest’ultima interlocutrice privilegiata del carteggio con Antonio, oltre che sua unica fonte di accudimento fino alle ultime ore. Dove la Storia lascia tante lacune subentra un oblio denso e sinistro. Ma può succedere che i vuoti diventino spiragli per la ricerca, l’immaginazione, il racconto. È questo che avviene in “La vita privata di Giulia Schucht”, e questo accade a Lucia Tancredi, per sua stessa ammissione colpita dall’indicibilità della figura di Giulia e spinta da una sorta di infatuazione sulle sue tracce. Continua a leggere