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di Camilla Domenella
I murales del SISMA accolgono chiunque a braccia aperte. Con quella loro aria metropolitana stanno lì a dirti “Oh, che fai, non entri?”. Tu hai l’aspetto provinciale ma l’anima metropolitana, allora accetti l’invito e sorpassi il #cancelletto.
La luce blu della passerella d’ingresso sbianca i volti e avvolge le volute di fumo che si arrotolano dalle bocche parlanti. Credo abbiano pensato al blu per non far torto ai daltonici.
L’atmosfera da “underground socialitè” è confermata dall’iter di saluti che devi fare prima di riuscire a varcare la soglia. “Oh, è arrivata pure la giornalista!” è solo l’ultimo, il più sardonico, della lunga serie.
Mi hanno sempre giudicata troppo indie. Il fatto è che, per dirla con gli Stato Sociale (che non so’ indie per niente), io “sono così indie che twitter già era per sfigati; adesso è da redattori, sì, da redattori de L’Espresso”. Infatti io scrivo per un’altra testata. Continua a leggere