di Arianna Guzzini
Venerdì sera di un 16 maggio, dopo l’ennesimo slalom fra quella cinquantina di auto in Piazza Libertà, che ormai per il tuo di parcheggio ci rinunci già a priori,si oltrepassa ancora una volta il portone per il Lauro Rossi. Chiuso l’accesso per teatro vero e proprio, l’evento stazionava nel foyer fra un divano, un paio di casse e qualche sedia in plastica per chi volesse assistere. Protagonista non sarebbe stata l’azione drammatica, ma la parola scansata dai volgarismi della prosa e accolta nel Festival di Licenze Poetiche Continua a leggere