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6 aprile 2009, Abruzzo, Amarcord, antichi forni, Assergi, Bar dello Sport, Barbara Vaccarelli, Baule, Chiesa Anime Sante, dopo sisma aquilano, fotografia, Geografia sociale, Giuliana Guazzaroni, Gran Sasso, L'Aquila, Lina Maria Calandra, Paganica, Paolo Brasca, Sorelle Nurzia, Terre memori, Terre sorelle, Terremoto, Territorio e democrazia
Io sono nata e vivo all’Aquila, terra sorella dell’Irpinia anch’essa su quell’Appennino che ci unisce nel destino delle avversità e della voglia di rinascere dalla distruzione. Per noi qui sono passati poco più di 3 anni da quando abbiamo perduto i nostri luoghi, per gli irpini più di 30 anni. Non ho mai pensato di fare paragoni sui danni materiali, sulle vittime che questi due terremoti hanno provocato. Ho imparato a non competere su nessuna disgrazia e a pensare che dagli errori e dalla sofferenza provocata da uno Stato “distratto” verso le vite umane, dalle classificazioni sismiche sbagliate della dorsale appenninica, non possono che nascere dialoghi e scambi.. (dalla testimonianza di Barbara Vaccarelli pubblicata in Territorio e democrazia: un laboratorio di geografia sociale nel doposisma aquilano – L’Una, 2012 – a cura di Lina M. Calandra).