
« Ciò accadeva, quando sorridevano
solo i morti, lieti della loro pace.
E come un’inutile appendice Leningrado
penzolava accanto alle sue prigioni.
E quando, impazzite dal tormento,
marciavano le schiere condannate
e una breve canzone di distacco
cantavano i fischi delle locomotive.
Le stelle della morte incombevano su noi,
e la Russia innocente si torceva
sotto gli stivali insanguinati
e sotto le gomme delle nere marusi.»
Anna Achmàtova
di Lucia Cattani
Un grande contrasto domina la splendida Sala della Specola della biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata. Fluttuano sospese nei lunghi corridoi immagini di desolazione e dolore. Nella sommità della città, in quel luogo di rara bellezza da cui è possibile ammirare le montagne a ovest e il mare, lontano, verso est, in cui nonostante le nubi minacciose di una giornata plumbea un tiepido bagliore entra dalle molte finestre per tutto il perimetro non si riesce a far tacere l’inquietudine che le fotografie dell’esposizione di Tomasz Kizny suscitano. L’eloquenza delle immagini, semplici e crude, credibili, vicine rendono ben misero il godimento di trovarsi in un luogo così speciale, in mezzo al cielo. L’atmosfera è sospesa e silenziosa, nonostante l’affollamento di una classe in visita.
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