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di Giulia Boschi

Il Teatro Lauro Rossi di Macerata ha eccezionalmente aperto le sue porte, nel primo pomeriggio del 6 marzo, agli studenti del polo maceratese e a tutti i curiosi desiderosi di incontrare il cantautore riminese Samuele Bersani.
L’artista inaugurerà il suo tour il prossimo otto marzo proprio al teatro settecentesco maceratese con un concerto in cui porterà oltre ai suoi indimenticabili successi, come “Giudizi Universali” o “Spaccacuore”, anche brani tratti dal suo ultimo album “Nuvola Numero Nove”, uscito il 10 settembre 2013.

Per presentare l’artista e il suo ultimo lavoro è salito sul palco il sindaco di Macerata, Romano Carancini, che in un breve commento ha spiegato come il titolo “Nuvola Numero Nove” sia la traduzione dell’inglese “Cloude Number Nine”, espressione simile al nostro “Settimo Cielo” e che indica quindi la condizione di felicità personale dell’artista, filo conduttore dell’intero lavoro.
Lo stesso Bersani ha poi dichiarato nell’arco del suo intervento di aver scelto questo titolo perché il suo significato non si comprende subito, ma va interpretato, un po’ come per i titoli di alcune opere di Italo Calvino.

Moderatrice dell’incontro è stata la professoressa Paola Nicolini, che ha dato il via all’intervista chiedendo all’artista perché avesse deciso di cominciare a presentare il suo lavoro proprio da Macerata:
«Perché Macerata è generosa e ospitale» ha spiegato Bersani «inoltre io sono molto legato alle Marche, non è la prima volta che apro un mio tour in questa regione, senza contare che sono molto contento che per me e la mia band sia stato possibile usufruire di questo bel teatro come scenario di apertura.
Spero che questo incontro mi permetta, magari anche grazie alle domande del pubblico, di “levare dalle tasche” delle cose che altrimenti non avrei modo di raccontare.»

Bersani continua sottolineando che l’album “Nuvola Numero Nove” è di sicuro il disco più ispirato della sua carriera, figlio di tanti avvenimenti che ha vissuto e che sono entrati nelle canzoni.
Due circostanze in particolare lo hanno influenzato.
La prima è stata la morte di Lucio Dalla, suo mentore, ma prima di tutto suo amico e punto fisso con cui potersi confrontare ogni volta che ne aveva bisogno.
«Lucio» spiega Bersani «mi avrebbe sicuramente suggerito di “capitalizzare” questo mio dolore, ossia di convogliarlo nella mia arte per sfogarmi e creare qualcosa di bello, ma io invece ho avuto per un po’ il blocco dello scrittore. Quando poi ho ripreso a scrivere è stato proprio nello studio di Lucio Dalla, a Bologna, che ho registrato il mio nuovo disco. Vedere lì un suo ritratto appeso mi ha in qualche modo responsabilizzato e mi ha dato lo stimolo per lavorare ancora meglio».

L’altro avvenimento è stato invece l’inizio di una sua storia privata che lo ha aiutato a comporre delle canzoni diverse rispetto a quelle scritte precedentemente.
«Io in passato» spiega il cantautore «mi sono occupato molto di società attraverso i miei brani. Con la canzone “Cattiva” per esempio, del 2003, ho voluto raccontare la trasformazione del rapporto tra cronaca nera e informazione, tra chi trasmetteva l’informazione e chi la recepiva, polemizzando sarcasticamente sulla tendenza dei mass media a spettacolarizzare questi fatti, come si evince dai versi “Chiedi un autografo all’assassino/guarda il colpevole da vicino”. La canzone “ Caramella smog” invece tratta della crisi, ma risale al 2003, quindi agli anni di poco successivi alle torri gemelle, quando la crisi cominciava a sentirsi, ma non era ancora ai livelli di quella attuale.
Il nuovo album invece parla di me, di cosa mi è successo in questi ultimi anni e il suo titolo porta il marchio della felicità che li caratterizza».

Tramite le domande del pubblico Bersani si è soffermato in particolare sul brano “En e Xanax” primo singolo estratto dall’ultimo album, precisando che nonostante il titolo contenga il nome di due antidepressivi, ascoltando il testo si nota come non ci sia niente di torbido dietro.
Si tratta di una canzone che parla d’amore e che, a suo parere, è forse la più grande canzone d’amore che lui abbia mai scritto.
Bersani motiva poi la scelta di questo titolo affermando che nella sua vita ha avuto dei momenti un po’ difficili, da cui ha cercato di venire fuori in diversi modi.
La via d’uscita che ha funzionato veramente è pero’ venuta dall’incontro con una ragazza e da una loro conversazione, in cui Bersani ha deciso di confessarsi del tutto, fino ad arrivare ad ammettere di aver usato psicofarmaci, dettaglio che si è rivelato punto di unione invece che di distacco.
Da questa piccola scintilla di sincerità è nata la canzone “En e Xanax”, scritta la notte stessa dopo quell’incontro.

Bersani afferma di aver voluto raccontare la storia di questa coppia, che poi è la sua storia, perché ad ogni epoca corrispondono dei nomi mitici di coppie di innamorati e forse quella dei nostri giorni si chiama proprio così: En e Xanax.