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Eleonora Tamburrini, Festival dell'ospitalità, festival di poesia aggiornata, gianni lorenzetti, L'Adamo web magazine, Licenze Poetiche, Loredana Lipperini, Macerata Opera, musicultura, Petőfi S. János, simone palucci
di Simone Palucci (da Francesco Guccini)
Viene Gennaio, il bifronte Giano, iconografia di un passaggio,
impetuoso e suadente nasce L’Adamo, ed offre il suo primo assaggio.
Viene Febbraio, recando un po’ di tristezza, muore Petőfi l’umanista
e L’Adamo, come lieve brezza, l’omaggia con un altro linguista.
Cantando, Marzo porta pioggia e sole, teatro musica e bellezza,
i ringraziamenti e la lode, della Di Marco, Mastrella e di Rezza.
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è la scrittura mia,
diversa tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale,
la mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare.
Con giorni lunghi al sonno dedicati, il dolce Aprile viene,
ma con entusiasmi fatati, il giornale spezza accidie e catene.
Ben venga Maggio e l’aria rasserenata, ben venga primavera,
e il festival di poesia aggiornata splende e illumina la sera.
Giugno, che sei maturità dell’anno, fai sbocciar Musicultura,
la vivacità non è un inganno, musica e poesia pura.
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è la scrittura mia,
diversa tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale,
la mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare.
Con giorni lunghi, odor di grano e avi, ecco Luglio il leone,
rinasce l’opera con scene e voci soavi, brulicar di sogni e persone.
Settembre è il mese del ripensamento, sugli anni e sulle priorità,
a Macerata c’è un altro avvenimento, il Festival dell’ospitalità.
Non so se tutti hanno capito Ottobre la tua grande bellezza:
nei tini grassi come pance piene prepari mosto e ebbrezza, prepari mosto e ebbrezza. (E’ stato doveroso lasciare la strofa tal quale).
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è la scrittura mia,
diversa tutti gli anni, e tutti gli anni uguale,
la mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare.
Cala Novembre e il fumo di Londra, ma L’Adamo continua a salire,
riaprono i teatri, cominciano stagioni anche se l’anno sta per finire.
A Dicembre, senza un malanno, torna il Giano bifronte
L’Adamo compie un anno, per essere ancora una nuova fonte.
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è la scrittura mia,
diversa tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale,
la mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare.
(Nella foto, lo strumento del mestiere)