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di Simone Palucci
“Le attività culturali del maceratese sono a tutti gli effetti ai livelli di una capitale europea”. Indaffarato come al solito, intento a tessere legami, a legare mondi diversi, faro del dialogo, con gli immancabili quotidiani sotto braccio, tra i quali spicca l’onnipresente rosa della Gazzetta dello sport, Massimiliano Sport Bianchini, assessore alla cultura della provincia di Macerata e consigliere comunale del capoluogo, tira un po’ le somme, traccia i sentieri del futuro.
Insomma, la cultura nel maceratese gode di buona salute.
“Con i numeri che abbiamo, direi abbastanza. Abbiamo otto grandi eventi di respiro nazionale ed internazionale, quali il Mof, Musicultura, Lunaria, Tolentino humor, Civitanova danza, Tau, San Severino blues e Camerino festival, e non è da tutti, che io sappia non esiste nessun altra provincia che abbia una rete del genere. Questo per quanto riguarda le attività culturali, mentre per quanto riguarda i benei culturali bisogna dire che siamo altrettanto organizzati. Un esempio su tutti è il sistema museale che, per dire conta ben quarantacinque diocesi che hanno aderito, che sono partecipanti a tutti gli effetti. E per quanto riguarda queste realtà devo difendere il merito della Provincia, la sua importanza chiave nel tessere i rapporti, fungere da legame, senza considerare che è anche un ente finanziatore. Se dovesse sparire la figura della Provincia come ente intermedio, si verrebbe a creare un caos, chi dialogherebbe con tutti i comuni riuscendo a metterli in rete? La Regione non credo possa essere capace di fare questo lavoro, ha decisamente altre competenze. Abbiamo messo insieme diverse realtà, ad esempio in ambito turistico, creando due consorzi come Marche viaggiare e Noi Marche.
In un momento di cambiamento e di tagli, quali saranno le strade da imboccare?
“Direi che a livello museale quello che stiamo facendo va più che bene. Sarà da capire come andrà a finire la questione dei finanziamenti per le attività culturali. La Regione ad esempio ha cancellato la legge 11, quella sugli spettacoli dal vivo, arriveranno meno soldi, ci stiamo muovendo per capire il da farsi, perché continueremo a finanziare gli eventi, ma se non c’è il sostegno della Regione, saremo costretti a farlo con un budget più basso. Siamo comunque l’unica Provincia che finanzia otto grandi eventi, e non è poco”.
Lo spazio dell’ex mattatoio, le associazioni e l’Accademia?
“E’ evidente che quello spazio non deve essere appannaggio dell’Accademia. Tra l’altro mancano quattrocentomila euro per terminare i lavori, chi li dovrà sborsare, il Comune che è proprietario o l’Accademia? Intendiamoci, voglio bene all’Accademia, e ho anche una soluzione alternativa, cioè penso che debba andare a Palazzo Trevi Senigallia, in via Santa Maria della porta, di fronte al cinema Corso. E’ un palazzo quasi sconosciuto ai più, ma restaurato, inoltre in centro. In quel palazzo Bruno Mandrelli, del Pd, ha proposto di spostare parte del Tribunale, cosa che secondo me è una follia, non ci sono parcheggi, è situato in una strada piccola, non avrebbe senso. L’Accademia invece non avrebbe senso portarla all’ex mattatoio, in via Panfilo, decentrata. Insomma, si parla sempre di ridare vita al centro storico, quindi che facciamo togliamo anche l’Accademia? A me sembra una follia.
Quindi il destino dell’ex mattatoio quale sarebbe?
“Dovrebbe essere destinato alle associazioni. Il centro sinistra, in città, è da dieci anni che dice che l’ex mattatoio debba andare alle associazioni, quindi quella è la strada da perseguire. Un concorso di idee al quale possa partecipare il mondo dell’associazionismo magari in rete con quello imprenditoriale. Creare qualcosa di veramente vivo e pulsante, un centro culturale e di attività, aperto alla città e gestito dalle associazioni partecipanti al concorso di idee. Però il concorso di idee deve essere fatto in modo serio, non come a Villa Ficana, dove le associazioni si sono trovate a dover sostenere una serie di spese anche per gli allacci delle utenze. Bisogna stimolare la progettualità della città, una città che tra le poche risorse conta proprio il mondo associativo”.
Qual è la sua posizione sulla donazione della statua massonica?
“Devo dire che sono shoccato da questa vicenda. Ad aprile 2011 l’associazione Stringiamoci a coorte propone la donazione. Un anno dopo, aprile 2012, l’amministrazione decide di creare un coordinamento. A settembre 2013 viene proposta una delibera del tutto illegittima, che non tiene conto del fatto che il comune può accettare una donazione solo dopo la sua realizzazione. Infatti la delibera è stata ritirata. Sono passati due anni e mezzo e ancora non si sa cosa fare, come comportarsi. Inoltre in termini politici non si è fatta la cosa più importante, creare un clima di discussione e di distensione. L’unica cosa della quale sono certo è che il mio gruppo, Pensare Macerata, si asterrà dal voto, la vicenda è torbida ed è stata gestita malissimo”.
A parte le questioni tecniche, qual è la sua posizione circa l’accettare o meno una statua massonica?
“Non sono né favorevole, né contrario. Intendo, non posso dirmi contrario a priori, non tengo una posizione dell’ortodossia cattolica, d’altro canto non posso dirmi favorevole ad una cosa che non si sa bene come sia partita. L’associazione Stringiamoci a coorte, prima di fare la proposta, aveva già parlato con qualcuno? Altrimenti perché dovrebbero decidere di regalare una statua spendendo sessantamila o settantamila euro senza sapere se poi il regalo sarà accettato. E se ci sono stati contatti precedenti all’aprile 2011, con chi sono avvenuti? Sicuramente la situazione non è chiara”.
(Foto di Pierpaolo Calavita)