Tag

, , ,

ilvo diamanti

di Giulia Boschi

“Ma dove andremo a finire?” è ciò che si chiedono ormai gli italiani ogni volta che si parla di politica. Come dar loro torto? Tra colpi di scena tutt’altro che inaspettati e situazioni trascinate all’esasperazione, c’è chi, come Ilvo Diamanti, noto politologo e sociologo italiano prova a dare una risposta attraverso il so ultimo libro, “Salto nel Voto”, riguardante le elezioni dello scorso febbraio.

Ilvo Diamanti è stato ospite del Circolo Aldo Moro di Macerata, giovedì 17 ottobre, all’interno della serie di appuntamenti intitolata “Incontri d’Autunno”, durante il quale ha presentato la sua ultima opera, edita da Laterza.
Il libro è stato scritto a caldo, subito dopo le elezioni politiche del 2013, ed è il risultato della collaborazione tra Diamanti stesso, Fabio Bordignon, Luigi Ceccarini e altri esperti e professori.
Le ultime elezioni sono percepite dal noto politologo come una svolta, un cambiamento d’epoca, di clima. Il risultato che ne è derivato ha spezzato una serie di modelli analitici e interpretativi, utilizzati fino a quel momento per analizzare i risultati delle elezioni che si sono succedute nel tempo in Italia.

Attraverso i suoi studi riguardanti le ultime elezioni di febbraio, Diamanti ha notato una svolta irreversibile nei modelli rimasti costanti fino a quel momento, con rapporti tra partiti e cittadini coerenti e continui.
Il sistema elettivo italiano si basava fino alla fine degli anni 80, primi anni 90, su un atto di fede relativo a un muro, quello dell’anticomunismo.
Chi votava poteva essere pro o contro, e votava quasi l’intera popolazione, circa l’85%.
Successivamente al muro di Berlino è subentrato quello di Arcore, e si è passati a una nuova bipolarità, dall’anticomunismo all’antiberlusconismo.

Dopo le ultime elezioni, facendo sondaggi e analisi dell’opinione pubblica, per la prima volta Diamanti e i suoi collaboratori si sono trovati davanti a un risultato per cui, a una settimana dal voto, il 23-24% degli elettori erano indecisi se votare o no e , soprattutto, chi votare.
Non era previsto e inserito nei loro modelli analitici.
Ciò ha portato a parlare di una elezione di svolta, per cui non sarà più possibile tornare al modello precedente.

In Italia le elezioni si sono sempre giocate su piccoli numeri, piccole cifre di differenza tra un partito e l’altro, ora vi è il 40% di spostamento da un’area a un’altra.
La metà degli elettori, che all’inizio della campagna elettorale non aveva ancora deciso chi votare, fa parte degli elettori del Movimento 5 Stelle che deve il suo successo all’essere individuato come il vendicatore dei cittadini, contro i partiti politici esistenti.
Il Movimento 5 stelle è anche considerato un’alternativa al non voto, aggiudicandosi dunque il voto di parte di quel numero di elettori, che prima non si recava alle urne.

Le ultime elezioni possono essere considerate elezioni di svolta, perché non vi è più il bipolarismo partitico, che caratterizzava quelle precedenti, ma ogni elezione, da questo momento farà storia a sé.
Ogni voto sarà un salto nel voto.