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di Ilaria Piampiani
La poesia è il sentimento che si confessa a sè stesso, nei momenti di solitudine, e che s’incorpora in simboli che sono rappresentazioni il più che possibile esatti del sentimento nella precisa forma che esso assume nello spirito del poeta.
John Stuart Mill, Saggi letterari, 1824
Quello in cui viviamo è un mondo, senza dubbio, frenetico, un mondo in cui fermarsi è l’eccezione, prendersi una pausa quasi una follia, ascoltarsi una perdita di tempo.
In questa realtà piena e densa, molto spesso, del niente, sopravvive la Poesia, questo esprimersi in modo sopraffino, porre le proprie emozioni in versi, che siano in rima o meno, e consegnarli alla vita contemporanea e futura.
Proprio per celebrare la Poesia che resiste, che nasce e cresce nel sottosuolo e si radica e ramifica, esiste e continua il fortunato concorso “Poesia di strada”, giunto alla XVI edizione, che ha luogo ogni anno a Macerata, meritatamente considerato uno dei più importanti premi italiani per poesia inedita, ideato nel 1998 da Alessandro Seri e curato, inoltre, dall’Associazione “Licenze Poetiche”.
L’iniziativa, sotto forma di mostra che riporta il medesimo nome del concorso poetico, approda in occasione del Festival dell’Ospitalità alla Biblioteca Comunale di Civitanova Marche in cui si possono “osservare e leggere” le diverse ed espressive tele in esposizione. Osservare e leggere appunto perché ogni quadro vuole rappresentare e riportare interamente al suo interno una poesia particolare di un autore finalista, scelta appositamente da un artista, felice e geniale formula che ha preso avvio dal 2006.
Passeggiando per la mostra, passiamo dall’inebriante odore di basilico e rosa dell’ombrosa “Sono tornata da tutti i mari” di Tiziana Soressi raffigurata da Marco Milozzi, artista che firma anche l’ essenziale, soffice e velenosa dichiarazione di un “Ti amo”, poesia di Simonetta Ruggeri, ai “Tradimenti” di Teresa Zuccaio impressi su pagine strappate dai libri fluttuanti della pittrice Irene Diprè, giungendo, poi, alla malinconica e consapevole arrendevolezza di “Ho gettato l’amore in pasto ai cani” di Andrea D’Urso su tela di Mario Migliorelli. I tanti artisti e poeti, dalle origini geografiche e dalle ambizioni stilistiche differenti, riescono magistralmente a trovare il connubio perfetto tra testo e immagine, tra parola e pennellata, donando a chi guarda l’impressione di essere come coinvolto in un “tutto”, di essere in sintonia con esso e di rispecchiarvisi trovandovi un po’ di sé.
C’è astrazione e fisicità, c’è il sogno, il desiderio, il tempo che scorre nei granelli di una clessidra, c’è la lontananza e il viaggio, il rimpianto e la morte, luci e ombre dell’animo umano.
Viene spontaneo constatare e sottolineare l’originalità di questa poesia “rappresentata” che si immerge nel colore, si insinua tra le immagini, si perde nella tela o si raccoglie in un angolo.
“Poesia di strada” si pone come quell’opportunità privilegiata di comunicare l’intimità, confessandola e condividendola pienamente: questo concorso dona, infatti, la possibilità a nuovi poeti nascosti di uscire allo scoperto, di presentarsi sotto la veste inedita dell’arte, divenendo protagonisti di una mostra itinerante che viaggia in tutta Italia, nonché all’estero.
Per quanto riguarda la premiazione essa avrà luogo, come ogni anno, il prossimo Dicembre a Macerata, in cui verranno proclamati i vincitori e assegnati i primi premi.
Riprendendo le parole citate in apertura di J. Stuart Mill, la Poesia di insinua nei simboli, in essi prende corpo, attraverso di essi mostra apertamente la sua natura e quella dell’anima da cui è scaturita. Non diverso è il fine dell’arte, figlia di un’altra Musa.
Entrambe tirano fuori, entrambe esprimono, entrambe raccontano e si fanno conoscere, passando dalla strada al sentire e agli occhi di chi accoglie l’invito, di chi decide di fermarsi, di chi decide di ascoltare.
Tela di Irene Diprè
Poesia di Elisa Des Dorides