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di Ilaria Piampiani
“Vita Vita: un festival che accoglie le persone e le coinvolge rendendole partecipi grazie alla sua esplosione di creatività, fantasia, talento.”
Civitanova Marche non ha finito di stupire i suoi cittadini e i turisti che qui hanno deciso di passare le proprie vacanze. La sua maratona culturale continua e culmina, sabato 7 Settembre, con il Festival Internazionale di Arte Vivente, iniziativa di successo ormai giunta alla decima edizione, ideata e diretta da Sergio Carlacchiani in collaborazione con il Comune e l’Azienda dei Teatri della città.
In questa notte decisamente particolare le strade di Civitanova rifletteranno lo spirito vitale dell’iniziativa. piena di colori, sfumature, densa di emozioni musicali e visive, che travolgeranno piazze e vicoli, coinvolgendo i passanti in uno spettacolo itinerante.
Vita Vita apre il sipario alle 18 e 30: sotto le stelle si succederanno musicisti, degustazioni della tradizione culinaria marchigiana, moda, nonché artisti di strada e laboratori.
I talenti che renderanno speciale vivere questa notte tutta civitanovese sono, in qualche modo, tutti legati “sentimentalmente” alle Marche, sia perché originari della regione, sia perché amanti dei nostri suggestivi panorami.
Due premi verranno assegnati in occasione di questo Festival, uno alla carriera per celebrare l’eccelso chitarrista Franco Cerri, l’altro destinato alla celebrazione del giovane musicista, vincitore del Top Musica Jazz 2012, Enrico Zanisi.
Inoltre un intenso viaggio attraverso la sacralità e la tradizione popolare e folklorica ci verrà proposto dal talentuoso compositore e pianista-bandoneonista fermano, Daniele di Bonaventura, altro ospite d’eccezione. Il fascino mediterraneo di Marco Cocci irromperà con il suo trio, proponendo un concerto caratterizzato da sonorità che vanno dall’elettronico al rock, con sfumature jazz.
Piazza Abba si farà palcoscenico per gli Agorà, gruppo formatosi proprio nelle Marche con una ricca storia che dura quasi 40 anni. Ci addentreremo “nel ventre di una conchiglia” con uno spettacolo fiabesco che intreccia diverse arti, tra cui musica, recitazione e letteratura fantastica. Gli echi delle favole prenderanno vita con la delicatissima voce di Serena Abrami e nel racconto di Pamela Olivieri e Cesare Catà. Da non perdere l’incontro in Piazza Conchiglia in cui si celebrerà la vita di Don Andrea Gallo, uomo straordinario che si è donato agli ultimi, dando piena espressione allo spirito cristiano, quello più puro e originale. Lucilio Santoni ne racconterà il ricordo, omaggiando colui che è stato per tutti un simbolo, un padre e un amico, un riferimento, un modello, una splendida figura da tenere viva nella realtà di tutti i giorni.
Ma Vita Vita non finisce qui: in programma vi è la celebrazione della più alta espressione della letteratura italiana, la Divina Commedia, omaggiata con una vera e propria maratona in cui verranno letti e interpretati tutti i canti dell’Inferno dantesco, un’opportunità rara e pregiata che riporterà le eterne terzine del genio fiorentino tra i vicoli civitanovesi.
Insomma, una notte tutta da scoprire, da assaporare, da ascoltare, da vivere!
L’arte che vuole farsi città e la città che vuole farsi arte, un teatro a cielo aperto, cangiante e ricco di suggestioni da conservare. Un festival pieno, “una televisione vivente che permette al passante di cambiare canale semplicemente voltando l’angolo, avendo la libertà di immergersi in una nuova prospettiva imboccando una strada”.
Vita Vita vuole essere la celebrazione della bellezza, del sano stupore, della ricchezza dell’intelletto e dell’anima e non semplicemente una notte bianca, come sottolineato da Giulio Silenzi, assessore alla cultura di Civitanova Marche, e dal direttore artistico Carlacchiani.
Vita Vita è un’idea che si fa battaglia, uno squarcio di luce energico in una crisi che vuole soffocare la cultura, considerandola superflua. Vita Vita è un grido di quel gioioso e folle carisma che nutre gli artisti e li rende indispensabili perché senza di loro non ci sarebbero colori, non ci sarebbero note, non ci sarebbe passione.
L’invito è quello di farsi travolgere, di lasciarsi trasportare, di credere, almeno per una notte, che la vita è vita se si soffia via il grigiore dell’ovvio, del certo, lasciando posto ad un viso dipinto, magari con un sorriso, magari con una lacrima, magari con lo stupore che solo una città invasa dall’arte può ridestare.