Tag
Bellissimo, Ciao amore ciao, Decervellamento, Emma Marrone, Gianna Nannini, gianni lorenzetti, Ivano Fossati, L'Adamo, L'essenziale, Luigi Tenco, Macerata, Marco Carta, Marco Mengoni, Pronto a correre, Sanremo, Sferisterio, simone palucci, Vinicio Capossela
di Gianni Lorenzetti
Marco Mengoni è il sottoprodotto di una cultura fondata sull’ossessione del profitto malcelato da lustrini, paillettes, brillantini che devono riempire la mente della gente di distrazioni inconsistenti. Marco Mengoni, che sarà all’arena Sferisterio di Macerata il prossimo 18 agosto alle 21.30, ma anche Emma Marrone, Marco Carta e la lunga schiera dei campioni di talent show. Il decervellamento, come direbbe Vinicio Capossela, è un’arte che va praticata con pazienza, minando giorno dopo giorno i pilastri culturali di un Paese. E questa operazione, si sa, dal Drive-in in poi ha avuto sempre maggior successo. Il rovinoso scivolone di una società, dei legami che la sostengono, delle passioni che la rimorchiano, dell’organizzazione che la gestisce, è sicuramente dato da una moltitudine di fattori. Anche dalle canzoni. Anzi, dalle canzonette. Tra immondizia e spazzatura, reality e talent si è diluita la cultura italiana, si è sminuzzata in una pozzanghera di illusioni. L’essenziale di Marco Mengoni non poteva che essere la canzone vincitrice di Sanremo 2013, il concentrato di ovvietà e retorica che assumono spessore quando ci si dimentica da dove si proviene, e non si capisce dove si voglia andare. Poi, sempre lo scorso febbraio sul palco dell’Ariston, il duodeno si è attorcigliato allo sgomento quando proprio Mengoni ha cantato Ciao amore, ciao, in quello che doveva essere un omaggio a Luigi Tenco. Il fenomeno catodico, anche se ormai gli schermi televisivi sono quasi tutti piatti, ha una buona preparazione vocale, che spesso, nelle canzoni che interpreta, traduce in smielati lamenti, in estensioni con vibrato, accompagnato da melodie pop cucite su misura per un popolo che da almeno trent’anni subisce il decervellamento. Gianna Nannini ha partecipato alla scrittura di Bellissimo, l’altro brano sanremese, che a tutti gli effetti Mengoni interpreta come se fosse la Nannini, con la stessa modulazione vocale. Quantomeno curiosa la partecipazione di Ivano Fossati alla scrittura di canzoni che, magari dipende dal gusto, raggiungono picchi stellari di noia, parlando di problemi esistenziali e d’amore adolescenziale, praticamente gli esatti problemi che ha l’orda di fan che segue Mengoni. E’paradossale però che il malessere espresso dalle canzoni di Marco Mengoni, che evidentemente tanto affascinano considerato che il cantante ha venduto complessivamente dischi per più di 455000 copie, sia esattamente il malessere che la gente prova perché la società attuale è priva di cultura, grazie anche all’impoverimento dello spessore delle canzoni. Insomma, un cane che si morde la coda, un giradischi che con la puntina rotta rovina il disco per poi lamentarsi che il disco sia strisciato. Allo Sferisterio il cantante di Ronciglione aprirà il suo L’essenziale tour come sempre, con Pronto a correre, altro brano che allunga la lista dell’annacquamento musicale degli ultimi anni, in netto contrasto con Nabucco e Trovatore, con i Sogni di Micheli e tutto quello che un secolo e mezzo fa era considerato cultura popolare. Credo che Marco Mengoni, Marco Carta, Emma Marrone e la lunga schiera dei campioni di talent siano vittime del tritacarne mediatico, quello che acclama come unico leader il profitto. Le paillettes, i lustrini e i brillantini televisivi sono il palliativo di un Paese denutrito di cultura, sono la maschera che illude gli stessi protagonisti, che li ha distorti e corrotti in un sistema folle, privandoli della possibilità di essere qualcos’altro, forse anche interessante, per essere subito qualcuno.
è solo un interprete e in quello eccelle…
sinceramente “il concentrato di ovvietà e retorica” mi sembra questo articolo. Capisco che non si possa piacere a tutti, ti consiglierei di continuare a ascoltare Nabucco e Trovatore e lasciare che gli altri si divertano come vogliono.
Ho trovato l’unica persona in Italia che non ha apprezzato l’interpretazione di Ciao amore ciao …..
Poi il fatto che scriva che interpreta Bellissimo con la stessa modulazione della Nannini ….. mi fa capire molte cose …. una tra tutte che non ha compreso niente di Marco Mengoni o neanche l’ha ascoltato
cioè praticamente questo articolo sta dando degli ignoranti a noi che ascoltiamo la musica e per di più quella che più a noi piace ,questo articolo è scritto senza dubbio da una persona che musicalmente ascolta solo lirica o musica da camera ,dovrebbe ascoltare più musica e tanti ma tanti generi prima di giudicare marco mengoni non è un sottoprodotto di ovvietà e retorica .E’molto ma molto di più infatti la grande Mina ha detto di lui che ha una voce come se cantasse da 20 anni ed è orgogliosa di fare il suo stesso lavoro.quindi prima di scrivere questo articolo pieno di calzate cerca altri articoli e leggili.
Di sicuro chi ha scritto l’articolo ne capisce molto di musica…Sì Sì…come no! Se parliamo di gusti personali…è una cosa…ma negare che Mengoni sia bravo e unico nel suo genere vuol dire avere il prosciutto ..nelle orecchie! L’articolo mi sembra più una presa di posizione contro i talent e il fatto che chi li vince spesso ha la strada spianata dall’industria musicale.
Io penso che chi ha talento lo deve dimostrare, che esca o meno da un talent…poi tanto ci sarà una selezione naturale.
Mengoni lo sta dimostrando…
Il Suo duodeno si e’ espresso ce ne faremo una ragione. Lei forse ha la cattiva abitudine al non ascolto come fanno in tanti e pazienza. Io ho aspettato un Artista italiano come Mengoni per tutta la vita ed ora c’e’. Si informi prima .
Distinti saluti.
Quanta ignoranza si legge in questo pseudo-articolo, di inconsistente trovo tutto quello che hai scritto. Cambia mestiere ;)
Credo che non abbiate letto l’articolo in maniera oggettiva, critica, mettendo da una parte il vostro mito e provando dall’altra a inquadrare la questione da una prospettiva più generale che non vuole addittare Marco, ma la macchina mediatica tutta, di cui il vostro Mengoni non è che vittima, a mio parere.