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di Simone Palucci
Uno sguardo penetrante, un sorriso deciso di chi sa che direzione vuole prendere. Stefania Monteverde, appassionata filosofa e docente di storia della filosofia, fondatrice della casa editrice ev, già assessore maceratese nella giunta Carancini, dopo il recente rimpasto ha ottenuto qualche delega in più, tra le quali quella alle politiche e beni culturali lasciata vacante da Irene Manzi, eletta alla camera dei deputati lo scorso febbraio. Un passaggio di deleghe spontaneo, sgorgato in maniera naturale, perché quello circa la cultura è sempre stato un tracciato costruito in sinergia tra la Monteverde e la Manzi. “Sicuramente – dice Stefania Monteverde – io e Irene abbiamo costruito insieme il percorso culturale di Macerata. Il nostro lo definirei un assessorato cooperativo, e ora mi sento di dire tranquillamente che sto dando continuità a quanto abbiamo costruito in due”.
A che punto è questo progetto culturale condiviso?
“Direi a buon punto, innanzitutto abbiamo portato avanti il consolidamento dei beni culturali di Macerata, investendo proprio su questi beni, come Palazzo Buonaccorsi, per il quale siamo riusciti a reperire ottocentomila euro, trecentomila dalla Regione e gli altri cinquecentomila finanziati dal Comune di Macerata. Poi c’è la biblioteca comunale, la Mozzi Borgetti, che siamo riusciti a trasformare in un luogo per l’accoglienza. Ora la biblioteca fa orario serale tutti i giorni ad esclusione della domenica, le sale sono aperte sempre, siamo riusciti anche ad inaugurare la sala Castiglioni. Inoltre anche per la biblioteca abbiamo reperito un milione e trecentomila euro, già deliberati dalla giunta, per ripristinare tutta la parte posteriore dello stabile, ridare vita all’antica sala di lettura, agli archivi e sistemare gli spazi che daranno ospitalità al museo permanente dedicato a Matteo Ricci, nonché all’Istituto di studi orientali. Per quanto riguarda i beni culturali stiamo anche procedendo verso il ripristino della torre dell’orologio con i famosi pupi. In questo caso non so se riusciremo a vedere ultimati i lavori prima della scadenza del mandato, in ogni caso è un’opera che stiamo avviando. Ultimi, ma non ultimi, ci sono i musei, soprattutto il biglietto integrato, che ti permette con un unico ticket di visitare tutto. Questo è un passo in avanti, una facilitazione per i turisti, e l’insieme di questi interventi vanno nella direzione che abbiamo sempre voluto, cioè Macerata città della cultura proiettata verso il mondo”.
Questi i beni culturali. Circa gli eventi?
“Per quanto riguarda gli eventi direi che non siamo da meno, quest’anno abbiamo creato un cartellone di festival che va da maggio fino a dicembre. Abbiamo iniziato adesso con Macerata racconta, per passare all’Unifestival e poi al Festival internazionale di poesia aggiornata a cura di Licenze Poetiche. A giugno avremo Musicultura, che non si limita alla tre giorni allo sferisterio, ma che è allagata ad una settimana di eventi collaterali con la Controra. Poi tocca al Festival Recina live, che avrà come spazio il teatro romano di Villa Potenza, altro bene culturale che ci piaceva valorizzare e che, fino ad oggi, era rimasto un po’ nascosto. A luglio e parte di agosto c’è il Macerata opera festival, che quest’anno, oltre ad essersi allargato a livello di tempo, è stato anche integrato sì con il Festival off, ma soprattutto con i concerti live dello sferisterio, come quello di Patti Smith. A settembre arriva il consueto Festival dell’ospitalità di Adam Accademia, che dura tutto il mese, poi il Festival Artemigrante, ed infine il festival dello sport e dei libri, Libriamoci. Praticamente abbiamo un anno pieno di iniziative e attività, se qualcuno ancora sostiene che a Macerata non accade nulla, cambio città”.
Lei è anche assessore alla scuola. Qual è la situazione scolastica maceratese?
“Il Comune sulla scuola ha come responsabilità da un lato l’edilizia scolastica, ed è una cosa che riguarda più l’assessore Luciano Pantanetti che me, dall’altro la gestione di alcuni aspetti, come ad esempio le mense. Per quanto riguarda l’edilizia scolastica c’è un bisogno rilevante e continuo di manutenzione. Ci siamo concentrati moltissimo sulla scuola di via Panfilo, che a settembre riaprirà, abbiamo fatto dei ritocchi e messo i pannelli solari ad esempio alla Mestica e alla Dante Alighieri. Insomma, al momento abbiamo utilizzato tutti i fondi del Ministero a disposizione per l’edilizia scolastica. Per le mense invece ci siamo concentrati moltissimo sul biologico e sulle mense verdi a filiera corta, praticamente a chilometri zero. E sotto questo punto di vista siamo in controtendenza rispetto agli altri comuni, perché innanzitutto le mense sono a gestione comunale, non ne abbiamo data neanche una in appalto, inoltre siamo riusciti ad avere maggior qualità a costi più bassi. Proprio dopodomani sarò a Senigallia, perché mi hanno chiamato per capire come abbiamo fatto a realizzare una gestione tale delle mense”.
Dal referendum bolognese tra scuola pubblica e privata, fino alla questione maceratese dei Salesiani. Che ne pensa?
“Proprio l’altro ieri sono stata a Roma, ad un colloquio con i Salesiani. Quello che io penso, non mi stancherò mai di dirlo, è che la pluralità fa bene al mondo, abbiamo bisogno di una scuola pubblica che funzioni bene e di una scuola privata che non deve ricorrere a finanziamenti pubblici. Dopotutto questo è scritto nell’articolo 33 della costituzione, senza oneri per lo Stato. Detto questo è ovvio che la scuola privata ha un suo valore e che io le darò sempre il massimo del sostegno, ma senza costi per il pubblico. Il sostegno sarà politico, umano, ma non economico. Per dire, proprio l’amministrazione deliberò una variante al piano regolatore per permettere ai Salesiani di poter vendere qualche sua proprietà. Ecco, quello è stato un intervento a sostegno, ma l’amministrazione non ha versato un centesimo nelle casse dei Salesiani”.
La vicenda che riguarda la chiusura delle scuole salesiane che epilogo avrà secondo lei?
“A Roma i Salesiani sono stati chiari, non hanno soldi per mantenere le scuole, ma stanno pensando a trasformarle in un centro culturale. Da parte nostra abbiamo chiesto che non finisca tutto all’improvviso, che qualcosa rimanga, che sia vivo e culturalmente presente”.
Qual è il filosofo al quale pensa di più durante il suo lavoro di amministratrice?
“Senza dubbio Platone e il suo mito della caverna. L’uomo che si ribella all’omologazione ed esce dalla caverna conoscendo, a quel punto, il bene e il male. Così, facendo tesoro della sua esperienza, non solo cresce, ma decide di tornare nella caverna per liberare gli altri dalla paura di uscire e di confrontarsi con la vita stessa”.
Il luogo maceratese che predilige?
“La biblioteca, praticamente tutta e in particolar modo la sala Castiglioni. Anche palazzo Buonaccorsi e moltissimi altri luoghi. Sceglierne uno è impossibile”.
(Nella foto Stefania Monteverde)