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a dieci anni dalla scomparsa l'itinerario "Tulli in città", Biblioteca Mozzi Borgetti Macerata., Cirilli Letizia, Sala Castiglioni, Wladimirio Tulli
di Letizia Cirilli
Un aeroplano disegnato su carta, “atterrato” in un museo, il ricordo del mio primo incontro con Tulli molti anni fa ancora impresso nella mente come fosse oggi stesso, a distanza di dieci anni dalla sua scomparsa, un personaggio che vive pienamente tra coloro con i quali ha condiviso la propria vita, gli stessi che nello sfondo della Sala Castiglioni della biblioteca di Macerata lo ricordano, raccontano episodi, riportano fatti, riescono a far vivere nuovamente Wladimiro Tulli a tal punto che anche chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo personalmente ,attraverso i ricordi è riuscito a costruire l’immagine di uomo straordinario, un po’ fuori dal comune che ha fatto della sua stessa vita un’opera d’arte colorata incorniciata dalla semplicità e voglia di vivere.
Un grande rapporto affettivo ha sempre legato questo artista alla città di Macerata alla quale offre molte sue impronte, opere sparse in diversi luoghi come doni offerti ai cittadini, come una scia di un arcobaleno che riflette luce e colori, interni ed esterni! Dunque possiamo ammirare le sue opere in ogni luogo della città e della Provincia se sappiamo soffermarci ad osservare, o magari ci rendiamo conto di aver visto quelle opere tante volte senza sapere di chi fossero, o forse sì e non ce lo ricordiamo troppo presi da tutto ciò che ci circonda che forse a volte diamo per scontato, un’occasione migliore per ritornare in quei luoghi e fermarsi veramente a guardare e sentire le vibrazioni positive che ogni opera ci concede gratuitamente senza chiedere nulla in cambio, perché ciò era l’essenza vitale della sua arte, dare. Il 28 Febbraio 2003 viene a mancare questo artista e a distanza di dieci anni nella giornata del 2 Marzo 2013 la città di Macerata ha commemorato questa scomparsa attraverso l’itinerario “Tulli in città” proposto dall’organizzazione comunale e museale, una mostra virtuale caratterizzata dal recupero di alcuni lavori: tele, pannelli, collages, aeropitture, aereo sculture e ceramiche, nel dettaglio di ognuna di esse parliamo di 36 immagini descritte in maniera impeccabile dalla Dottoressa Paola Ballesi; entriamo dunque nel vivo di quegli anni nella realtà di Palazzo Buonaccorsi ritroviamo Aerei quattro circa, china su carta, Aeroritratto 1 ,2 Aeropittura in alluminio, Ascendenze olio/sabbia su compensato, Laila ceramica. Palazzo Ricci Aerei in gesso, bronzo, e olio su cartone, Elevazione e preghiera acquarello su carta, La poesia dei tecnicismi collage con carta colorata,Trinitaerea e nuvole bronzo colorato, Proprio sulle dita di un bambino ceramica, L’ultimo pianto e ciao!tecnica mista su truciolato, “ciao” un termine usato molto dall’artista stesso! Nel Palazzo del Teatro “Lauro Rossi” all’interno degli spazi dell’Accademia di Belle Arti incontriamo Chimismi tempera acrilica su legno; nelle stanze dell’università degli Studi, Rettorato Materassi acrilico su tela; Ufficio IAT Acquaplando olio su tela, Senza titolo due ceramiche,e un olio su tela. Camera di Commercio Mandolino su rosso, olio su tela; Da rosso a rosso olio su tela, Tempesta sulla radio tecnica mista su tela, Torri con merli ceramica; nel Liceo Classico “G. Leopardi” troviamo quattro opere Senza Titolo di cui tre sono realizzate con olio su tela, e l’altra con tecnica mista su tavola; Farmacia di Collevario quartiere depone un Senza Titolo una tecnica mista su tavola; Palazzo di Giustizia Dopo tanti grovigli una scultura di ferro verniciato; Direzione Provinciale Inps Crociera olio su tela; Ospedale Civile Senza titolo un particolare graffito in malta di gesso su legno; nel territorio provinciale ne possiamo osservare altri quali Paesaggi con cipressi, olio su tela, una ceramica Senza titolo, Crocefissione acrilico su tela,Oltre l’avventura del Futurismo acrilico su tela. Un’artista Maceratese nato il 4 settembre 1922, e già nel ‘38 si unisce al Gruppo Futurista Umberto Boccioni nel quale venne incoraggiato da Bruno Tano in un aereo pittura di nuove forme più fantasiose, conoscerà in seguito importanti figure quali Marinetti, Prampolini, Balla, Depero, Pannaggi e Licini, con i quali stringerà profondi rapporti di amicizia e di ricerca nel campo. In seguito sarà l’incontro con Munari, Reggiani, Radice, Rho e Veronesi, a dirigerlo nel campo dell’astrazione mescolando l’espressività cromatica con la materia fino alla conoscenza di Alberto Burri, figura importante con la quale avrà un solidale rapporto di amicizia. Intorno agli anni sessanta partecipa al Gruppo Numero di Firenze ed Eclat di Parigi in tutte le sue manifestazioni in Italia ed Europa, finché nel ’62 fonda il Gruppo Levante di Macerata, contemporaneamente viaggiando in Europa e negli USA , studiando nuove tecniche e percorsi artistici, introducendo ceramica, graffiti, plastiche murali e dimostrandosi sempre più sperimentatore nel campo della scultura che culminerà nel Monumento alla Resistenza di Civitanova Marche. Una “breve” panoramica, sono molte le sfaccettature e cose da dire, su questo importante artista ciò che ha reso questa giornata indimenticabile il vivere a distanza di anni la stessa semplicità ed ironia, grazie alle testimonianze di chi ha condiviso la propria vita, è l’amico e poeta Filippo Davoli che ci racconta del suo passato, del suo rapporto e si esprime in semplici parole “quello è Tulli” non c’è bisogno di dire chissà che, la migliore testimonianza di cui far tesoro credo sia sentire una persona che amava vestirsi in maniera particolarmente viva, il quale alla domanda di Filippo “ perché a te stanno bene tutte le cose colorate, e io quando le indosso non si sa che piega prendono, mi stanno male? ..” la risposta è stata “ Io non ho paura dei colori”! Prende in ultimo la parola Maria Stefania Gelsomini che ha raccolto le testimonianze dell’artista quando era in vita il quale raccontava la sua vita attraverso gli altri, non usava mai la parola dipingere, ma lavorare, e nel suo timbro di voce sembrava di stare all’interno di un quadro. Un velo di commozione (come un sipario) cala sui presenti in sala, nell’indimenticabile ricordo di un’artista che ancora vive e vivrà pienamente nei cuori di molta gente, di chi lo conosceva e di chi ha imparato a conoscerlo grazie anche a coloro che hanno gelosamente custodito ricordi e parole senza tempo.