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CHE MESTIERI FANTASTICI!, Cirilli Letizia, Rrose Sèlavy; Il Quaderno quadrone di Massimo De Nardo con disegni di Tullio Pericoli e anagrammi di Stefano Bartezzaghi
di Letizia Cirilli
Le parole sono importanti… ciò appare proiettato sullo schermo nella sala del Centro Bibliotecario dell’Ateneo di Macerata una volta aperta la sala a un pubblico per l’occasione , non universitario questa volta, la presentazione di un libro per ragazzi è l’inizio di una serie di eventi che hanno come scopo quello di valorizzare i luoghi della cultura considerati “polverosi” come musei, biblioteche… Un’integrazione perfetta tra giochi di parole, aprono il “Il Quaderno quadrone” di Massimo De Nardo con disegni di Tullio Pericoli e anagrammi di Stefano Bartezzaghi, “CHE MESTIERI FANTASTICI”! Lo stesso Massimo è responsabile di Rrose trimestrale della creatività, un nome che ci ricorda qualcosa e ci ricollega a un importante artista contemporaneo come Marcel Duchamp immortalato in un travestimento perfetto da diva languida del cinema muto nella pellicola di Man Ray “Rrose Sèlavy”, Rosa è la Vita , dunque acquisito un nome importante per una rivista dal contenuto innovativo, ricco e intrigante! Si apre il sipario sottolineando l’importanza effettiva che hanno le parole, rivediamo ironicamente uno spezzone del film dell’89 di Nanni Moretti, Palombella Rossa. La combinazione che le parole riescono a darti lasciano ad ogni istante sorpresi nella loro semplicità dalla parola Quaderno basta spostare la lettera N e aggiungere un apostrofo per passare a Quand’ero, sono le prime parole trovate stampate che al momento ci sembrano direi quasi spontanee ma al primo impatto noi ci avevamo pensato alla combinazione di ciò? Perché in realtà “Il Quaderno quadrone” è un quadrone all’interno del quaderno! Divertendoci con le parole, tra anagrammi, incipit di storie fantastiche, straordinarie, parte una storia basata sulle personalizzazioni di “Nuvole” ci rivelava in una poesia Fabrizio De Andrè “Vanno vengono ogni tanto si fermano e quando si fermano sono nere come il corvo sembra che ti guardano con malocchio. Certe volte sono bianche e corrono e prendono la forma dell’airone o della pecora o di qualche altra bestia ma questo lo vedono meglio i bambini che giocano a corrergli dietro per tanti metri…” sulla base di ciò incontriamo Nimbo il “Riparatore di nuvole” sì proprio così, non sono tutte uguali, hanno diverse forme e nomi e alcune devono essere riparate, se piove troppo si rischia l’allagamento, se non piove si rischia l’inaridimento “la nuvola piovosa è come il formaggio svizzero, che è pieno di buchi. Ma chi li ha fatti questi buchi?”. Le nuvole di per sé contengono metafore che riguardano noi e la società stessa, che fanno stormi di uccelli intrappolati all’interno di essa? “Che fareste voi al posto di Nimbo?” . Un altro mestiere fantastico è “Il cercatore di parole”, ciò nasce dalla scelta di precise parole nella loro semplicità, così semplici senza chiedere nulla in cambio nella loro gratuità, hanno una loro identità ma dove vanno a finire quando uno se le mangia? e qui entra in campo Dizzy . “La parola giusta lui la trova sempre. Quante volte ti è capitato di avere una parola sulla punta della lingua? Stai lì a pensarci, ma niente, quella parola non vuol uscire, s’è fermata sulla punta della lingua. Senti che stai per dirla e invece resta lì, come certe caramelle che si appiccicano sui denti.” I disegni dal tratto leggero ed elegante, nella creatività di usare libri per costruire un corpo umano tengono alto il nome di Pericoli nell’originalità del suo tratto artistico, così come la struttura di originali anagrammi di Bartezzaghi! Allarmava folle ode?, una frase senza senso? O nasconde tra le sue lettere un significato legato alla “Morale della favola”? “Libertà di parola rappresenta l’espressione più alta della democrazia”, con queste parole conclude la presentazione l’autore del libro illustrato, lasciandoci un velo di curiosità sapere come si fa a riparare una nuvola o magari che fine fanno le parole che non riescono ad uscire? E desiderio di vedere i disegni soffermandoci su ogni minima sfumatura che il colore esprime nella sua pennellata, o provare da soli a giocare con le lettere per vedere quello che ne può uscire, e immaginare come può essere la vita di chi fa “un mestiere fantastico”? In fondo basta aprire un “quaderno quadrone” per rendercene conto e perdersi nella ricchezza del suo testo!