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di Arianna Guzzini

A contatto con le proprie paure, i propri timori. Blocchi psicologici da eludere ricacciando coscienza piena di sé, per non restare muti, mai, per non essere meri corpi in forme inconsapevoli. Rivitalizzazione, la parola chiave. Ma questo è un AGGUATO.
Ricerca, viaggio, analisi che assume forza per far muovere passi scavando fra i meandri del vissuto personale, ma che non può fare a meno di attuarsi in un intervento critico e sociale sullo spazio pubblico.  Un’esperienza da sola, anche volendo, non è mai in grado di svilupparsi nella sua potenzialità in senso unicamente solipsistico. Essa si nutre del suo contemporaneo, del flusso elettrico continuo della folla e non può sottrarsi né a stimoli né a dialoghi. Ecco allora il bisogno di farsi propria tale contemporaneità, di accoglierne o  di polemizzarne i suoi aspetti, insinuandosi con agguati continui, inaspettati, fra spazio interiore e spazio pubblico. Un’esplorazione attenta che necessita di coinvolgere tutto il peso della propria conoscenza esperienziale ed allo stesso tempo di accogliere il passato storico di uno spazio ben diverso dal mio, privato ed esistenziale, ma che è nostro, pubblico ed esterno. Una trasformazione conseguente, che divampa unicamente dall’instaurazione di connessioni, relazioni concrete intese come più efficace possibilità di reperire infinite potenzialità attuabili in ciò che può sembrare nient’altro che materia, corpo abbandonato, privato o pubblico.

Prima della scuola di Visioni del Contemporaneo non credo di aver mai ben compreso in che modo il proprio vissuto potesse agire su di uno spazio pubblico, o almeno non concretamente, e nemmeno come in realtà il pubblico agisse in senso contrario. Era una cosa data per scontata, che esisteva, e quindi che non andava problematizzata. Ammetto che durante tutto il corso del 2012 non sapevo dove esattamente saremo arrivati, né quale potesse essere la connessione fra il nostro gruppo ed il Mercato delle Erbe di Macerata, soprattutto fra noi e chi abitava quel luogo lasciato in uno stato di semiabbandono, dimenticato dagli abitanti stessi della città. Siamo stati continuamente stimolati da artisti già affermati e con molteplici esperienze artistiche alle spalle, che si sono posti in una modalità di scambio orizzontale. Ci hanno fornito impulsi su impulsi, senza mai porsi al di sopra, senza l’imposizione di verità già date: la loro è stata una vera e propria sfida, quella di non cercare di creare degli artisti, ma di fare in modo che ciascuno di noi potesse sviluppare un’idea personale con le proprie capacità. Vere e proprie guide che ci hanno coccolato ma anche corretti, quando era necessario,  e che hanno saputo instaurare un dialogo costante e costruttivo fra noi e loro, e fra noi e i cinque linguaggi eterogenei proposti: Federico Bomba ed Andrea Fazzini ( performance), Luca Luzi (fotografia), Sabrina Maggiori (arte pubblica e relazionale), Stefano Sasso (paesaggio sonoro), Alessia Tripaldi (scrittura).

È stata un’ infiltrazione cauta quella delle due classi, attivate contemporaneamente a Macerata e ad Ancona, che attraverso ricerche e testimonianze è andata a confermare il contrasto fra le reali potenzialità economiche e relazionali dei luoghi prescelti, con quello che era in quel momento il loro stato di abbandono. A Macerata nel Mercato delle Erbe e ad Ancona nella Casa delle Culture , nell’area dell’Ex Mattatoio fino all’intero quartiere di Vallemiano.

La sera di giugno, in cui le nostre performance si sono definitivamente insinuate nello spazio urbano, mi ero divertita a strapparmi pelle e parole assieme nella mia nicchia rubata a chissà quale venditore ( perché da lungo tempo nessuno vi aveva più venduto merce). Presa da adrenaliniche esuberanze, da smorzare nei gesti in ripetizione continua, finalmente si poteva percepire vitalità. Convalescenza? Fra fotografie, tracce sonore e di paesaggi sonori intersecati in un unico spazio, non più diviso settorialmente, terra che fuoriusciva dai sacchi e permeava gli angoli, corpi in movimento, pezzi di scritti e di verdure, il Mercato ha sperimentato un disegno nuovo.                                                                                                                 Oggi il Mercato delle Erbe di via Armaroli ha aumentato il numero dei venditori presenti e delle tipologie di prodotti (esclusivamente a Km 0!) ed ha ampliato il suo orario di apertura. Ad Ancona invece la Casa delle Culture ha vinto un progetto di valorizzazione della struttura nella quale è situata e da marzo saranno avviate attività che contribuiranno alla riqualificazione del luogo, fra cui quelle del secondo anno del secondo anno della scuola (foto di Luca Luzi).